«... non siamo Cristiani, -essi dicono- Cristo si è fermato ad Eboli. Cristiano, nel loro linguaggio vuol dire uomo… questa fraternità passiva, secolare pazienza è il profondo sentimento comune dei contadini, legame non religioso, ma naturale. Essi non hanno né possono avere, quella che si usa chiamare coscienza politica, perché sono, in tutti i sensi del termine, pagani, non cittadini: gli dei dello Stato e della città non possono avere culto fra queste argille, dove regna il lupo e l’antico, nero cinghiale, né alcun muro separa il mondo degli uomini da quello degli animali e degli spiriti, né le fronde degli alberi visibili dalle oscure radici sotterranee... ». "Cristo si è fermato a Eboli", scritto da Carlo Levi tra il 1943 e il '44, tratta del problema Meridionale analizzato in prima persona dall'autore durante il periodo di confino in Lucania (Basilicata), e ci porta alla scoperta dei problemi della società contadina nel Sud, non solo come esistenza di una condizione arcaica, intollerabile nella nostra società, ma anche come teatro di una straordinaria civiltà rurale.

