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lunedì 16 marzo 2009

Giorgio Gaber

L'attualità di Giorgio Gaber mi sorprende ogni volta che riascolto una delle sue canzoni, in particolare nello spettacolo "Anche per oggi non si vola", che ormai conosco quasi a memoria, i temi, le riflessioni che l'artista affronta e propone sembrano riguardare direttamente i giorni attuali. Ci tengo a sottolineare che questo spettacolo venne messo in scena tra il 1974 e il '75, e se consideriamo la distanza che ci separa da quegli anni, non possiamo che ammettere la "saggezza" di Gaber; la critica che quest'ultimo muove riguarda cultura, politica, idea di coppia, scuola e molti altri punti. Ho pensato di scrivere il testo di una delle canzoni dell'album citato precedentemente, -Le Mani-, invitando il lettore ad un piacevole ascolto per comprendere complessivamente il significato della canzone (ovviamente il testo preso da solo appare scarno):

Un incontro civile fra gente educata, che si alza in piedi e che si saluta, un incontro un po’ anonimo reso più umano da una cordiale stretta di mano. Una mano appuntita, una mano un po’ tozza, una mano indifesa che fa tenerezza, una stretta di mano virile e fascista che vuol dire: non sono un pederasta! Una mano un po’ timida, poco convinta, tu parti deciso e lei ti fa la finta, una mano furbetta da pubblicitario, una mano pulita da commissario. Una mano a spatola che scatta nervosa, un’altra suadente un po’ troppo affettuosa, una mano imprecisa, una squallida mano da socialdemocratico, da repubblicano. Una mano da artista, tortuosa e impotente, una mano da orso, pelosa e ignorante, una mano commossa di chi ha tanti guai, una mano da piovra che non ti lascia mai, un carosello inutile, grottesco e giocondo, in questa palla gigante che poi è il mondo! Un mondo di assurdi esseri umani, un gioco abilissimo un intreccio di mani, ci comunichiamo così spudorati quando ci siamo affezionati. Mani educate di anziani signori, mani abilissime di gente d’affari, mani che ti lisciano con troppa simpatia con un tocco morboso che sa di sacrestia, un festival viscido e nauseabondo in questa grande famiglia che poi è il mondo! Mani di amici, di dottori, di insegnanti, mani di attori, di divi, di cantanti, mani di ministri che chiedono la fiducia, mani sottili manovrate con ferocia. Mani bianchissime schifose da toccare, mani inanellate di papi da baciare, mani scivolose di esseri umani, mani dappertutto tantissime mani, le guardo mi sommergo, annego e sprofondo in questo lago di merda che poi è il mondo!

Continua