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venerdì 12 settembre 2008

Omaggio al Grande Michael Brecker

Ieri mentre stavo ascoltando "Pilgrimage", uno dei CD jazz che ho acquistato a basso prezzo insieme a mio padre, in un negozio che liquidava tutti gli articoli rimasti per chiusura, mi sono reso conto di aver fatto un'ottima spesa. Ho pensato a quanto fosse incredibile che un album di quel valore fosse rimasto tra i prodotti scartati dalla clientela, e quanto fosse ancor più strano il fatto che questo CD era uno dei tanti di musica jazz lasciati nel dimenticatoio; questo fatto mi fa intuire il disinteresse generale italiano per un genere che ha fatto la storia della musica moderna, che ha messo le basi per la riuscita di tutti gli altri stili così amati ai nostri giorni e che ha rappresentato per alcune persone un canto liberatorio dal malessere sociale e una speranza di miglioramento. (parlerò del valore del jazz in un altro post)

L'autore del CD è Michael Brecker, morto circa 2 anni fa senza menzione alcuna tra le notizie dei vari telegiornali, e in questo album, uno degli ultimi della sua carriere, suona il saxofono con altri grandi artisti quali Pat Metheny, Herbie Hancock, Brad Mehldau, John Patitucci and Jack DeJohnette. Insieme sono una squadra di grande rilievo e nel corso dell'ascolto dei brani, regalano grandi emozioni e momenti di elevato spessore tecnico.
Avevo iniziato a conoscere Michael Brecker ascoltando gli Steps Ahead, altro famoso gruppo che pian piano viene dimenticato, ed ho continuato a informarmi riguardo all'artista seguendo le sue produzioni principali.
Considero Brecker un musicista di tutto rispetto, nonché compositore e poeta, che è riuscito ad arrivare alla creazione di una sua tipologia di improvvisazione, inconfondibile nei suoi salti di tonalità e nelle velocità di esecuzione delle scale.

Le parole non riescono a descrivere al meglio le emozioni che proviamo, tanto meno a rappresentare un artista, ma un insieme di canzoni si, e un improvvisazione ancor di più, essendo frutto della persona stessa e voce dell'uomo attraverso uno strumento musicale.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti Enrico per il Blog e per questa acuta analisi di un Grande con la G maiuscola. Gli Steps erano a Milano prima dell'estate; ti consiglio ogni tanto di dare un occhio al programma del Blue Note di Milano http://www.bluenotemilano.com/ e magari di farci un salto se/quando puoi, troverai avanguardie ma anche, e spesso, grandi interpreti del jazz (fusion) che fu ;-)A presto, Alberto ( Amico di Gigi)

giordano ha detto...

vorrei lasciare il mio piccolo contributo dicendo che Michael, come del resto tanti altri grandi musicisti come: Bob Berg, Jaco Pastorius e tanti altri ancora che ci hanno da poco lasciati, sono sicuro sarà libero adesso di esprimersi ad un altissimo livello eseguendo mirabolanti Jam nella loro attuale dimensione.
Peccato non poterli ascoltare per ora.